Un sogno a tre punte

La Sicilia è la maggiore delle splendide isole italiane ed è conosciuta anche con il nome di Trinacria.

Questa regione così bella e speciale contempla uno stemma che raffigura una testa di donna con tre gambe piegate. La testa che è al centro rappresenta una Gorgone con poteri di purificazione e le tre gambe rappresentano la primavera, l’estate e l’inverno.

La leggenda narra che la Sicilia deve la sua bellezza all’intervento di tre ninfe, le quali incantate dal posto, regalarono all’isola le cose più belle in natura. Oggi, la presenza delle tre gambe nello stemma viene identificata con un più moderno significato, legato alla forma dell’isola. Le tre gambe, infatti, vengono fatte coincidere con le punte del triangolo, che è appunto la forma della Sicilia, composto dai tre promontori che sono i punti estremi dell’isola, ovvero capo Boeo a nord-ovest, Capo Peloro a nord-est e Capo Passero a sud, vicino a Siracusa.

L’isola è molto ben collegata al continente e l’imbarco traghetto da Villa San Giovanni a Palermo o Catania è lo scalo principale. I collegamenti da Villa San Giovanni non conoscono soste durante tutto l’anno, con corse in qualsiasi orario, perché la traversata dura soltanto 40 minuti.

Sicilia, terra di conquista

La Sicilia è luogo di frontiera e di approdo, perché isola in una posizione strategica del mar Mediterraneo. In essa convivono i segni di molteplici culture e di miti radicati nella notte dei tempi. Il mare cristallino che ne lambisce le coste racconta di invasioni da parte di popolazioni del nord Europa, ma anche da parte di Bizantini e Arabi, di Normanni e Borboni.

Il continuo avvicendarsi di culture e civiltà diverse ha accresciuto la ricchezza naturale della Sicilia, con segni che sono arrivati fino ai nostri giorni. A Siracusa, Agrigento, Segesta, Selinunte e Imera è evidente l’impronta lasciata dalla civiltà greca. Le testimonianze della presenza araba, invece, si possono apprezzare a Palermo, perché la città, all’epoca dichiarata sede dell’emiro, divenne centro culturale ed economico del Mediterraneo e gli arabi l’abbellirono con preziose decorazioni.

Ma gli influssi religiosi degli Arabi non erano graditi ai Papi del tempo, tanto da spingerli a favorire l’invasione normanna pur di cacciarli dall’isola. La civiltà normanna ha lasciato ulteriori segni durante la sua dominazione, con le maestose cattedrali di Cefalù, Palermo e Monreale. Subito dopo, l’arrivo degli Svevi portò all’edificazione per lo più di castelli e torri dalla pianta geometrica, fra cui il castello Maniace di Siracusa.

Poi fu la volta degli Angioini prima e degli Spagnoli poi, ed è proprio a questi ultimi che si deve il meraviglioso stile barocco di chiese e palazzi.

Sicilia: la “chiave di tutto”

Questo è ciò che disse di lei Goethe, quando la visitò nel 1787. Oggi nei tratti somatici degli isolani si riconoscono i tratti arabi così come quelli normanni e questa è la grande ricchezza di questa terra. La Sicilia è uno degli scenari più suggestivi in cui ammirare il contatto tra le varie civiltà. Tutti coloro, infatti, che cercano la grandiosità della diversità culturale, come un tesoro di inestimabile valore, sapranno comprendere e ritrovare quella singolarità siciliana che è “chiave di tutto”.