Organizzare un viaggio in Romagna significa anche (e soprattutto) lasciarsi conquistare dalla genuinità dei sapori a tavola. Cucina contadina, di mare, di impegno, di sudore e fatica: una tradizione improntata all’elogio degli ingredienti della terra. Caratterizzata da numerosi piatti di pesce e di carne, da pasta fresca fatta in casa e da ottimi salumi e formaggi, vi portiamo alla scoperta della cucina romagnola in vacanza.
Piadina
La piadina romagnola, conosciuta a lungo come il “pane dei poveri”, è una vera e propria eccellenza del territorio. Oggi non c’è turista che non sia pronto ad assaggiarla per la prima volta, magari farcita nella maniera classica, ovvero con squacquerone, prosciutto crudo e rucola, oppure provare la tradizionale con i sardoncini. Ce ne sono diverse, sebbene i puristi storcano il naso di fronte alle “novità”. Ma rimane il simbolo delle estati romagnole.
Crescione o cassone
E veniamo quindi a un altro simbolo della cucina romagnola, ovvero il crescione o cassone. “Fratello” della piadina, è uno scrigno di pasta a mezzaluna che viene farcito tradizionalmente con erbe spontanee e formaggio. Anche in questo caso non si contano più le varianti che sono disponibili, come con la parmigiana, un’ottima alternativa. Gli ingredienti del crescione sono i medesimi della piadina, ma si differiscono dal crescione fritto.
Passatelli
In brodo di carne o con sugo di pesce, ordinare un piatto di passatelli in Romagna è a dir poco… d’obbligo! Stiamo parlando di un’eccellenza gastronomica preparata con ingredienti di recupero, tra cui pane raffermo, formaggio, uova e brodo di cappone. Ovviamente, vengono realizzati mediante il ferro tradizionale. Oggi sono serviti sovente con il ragù di pesce, una variante pronta a conquistare il palato dei più esigenti.
Cappelletti
Menzione d’onore, ovviamente, per i cappelletti, che in Emilia-Romagna sono una vera e propria istituzione. Diversamente dal tortellino modenese o bolognese (a Bologna sono tante le cose da fare o da mangiare), tuttavia, il cappelletto romagnolo viene realizzato con formaggio tenero, grana e noce moscata. L’accompagnamento? Ovviamente il brodo di cappone. Anche in questo caso, però, sono spesso previste delle varianti, tra cui accompagnati con salsa alla panna e prosciutto crudo croccante.
Curzul
Per chi va in vacanza in Romagna, allora i curzul allo scalogno sono a dir poco imperdibili. I sapori sono indimenticabili, e il formato di pasta a dir poco particolare, infatti in dialetto “curzul” vuol dire lacci di scarpe. È chiaro che ci troviamo di fronte a spaghetti più “grossi” del solito, realizzati a sezione quadrata. Il sugo con cui spesso vengono proposti al ristorante è rigorosamente a base di guanciale e scalogno e, fidatevi, il risultato è impeccabile.
Polenta e poveracce
Le vongole romagnole sono note con il termine “poveracce”, in quanto considerate una prelibatezza per poveri. Ebbene, oggi indubbiamente le vongole hanno un costo maggiore, ma le poveracce romagnole sono rimaste fedeli a loro stesse: solitamente vengono cucinate in casseruola con olio, aglio e prezzemolo, insomma, alla marinara. Sono accompagnate con polenta, oppure con il pane a bruschetta. Da provare in ogni caso, sia a Rimini quanto nelle località limitrofe: da Riccione a Misano, è anche possibile alloggiare nelle vicinanze, come in un hotel a Cattolica 1 stella, per gustare tutte le specialità di cui abbiamo parlato.
Coniglio in porchetta alla romagnola
Estremamente saporito, per chi lo mangia, è il coniglio porchettato alla romagnola. È tipico principalmente delle campagne e delle colline, molto diffuso soprattutto vicino alle località marchigiane. La carne di coniglio, che è molto morbida e saporita, viene dunque esaltata dalla presenza delle erbe aromatiche. Per la ricetta vengono usati rosmarino e finocchietto. Ovviamente questo piatto va accompagnato con patate al forno e un buon Sangiovese.
Latteruolo
Ovviamente la cucina romagnola si caratterizza anche per la presenza di dolci a dir poco buonissimi, come il famoso latteruolo, che viene descritto come un flan con latte, uova, zucchero e vaniglia. La ricetta non ha subito modifiche nel corso del tempo e, un po’ come per le poveracce, è rimasta fedele a se stessa. Questo dolce, estremamente delicato, solleticherà il palato con i sapori di una volta, quelli delle nonne romagnole.
Ciambella romagnola
Infine, per chi vuole davvero provare la vera colazione romagnola, non c’è altro da assaggiare se non la… ciambella! Che è rigorosamente senza buco. La “zambèla” romagnola, dunque, è a forma di panetto, e la sua consistenza non è simile a quella che prepariamo normalmente, bensì è molto più biscottata, oltre che friabile. Viene poi condita con alcuni zuccherini. A dir poco immancabile a colazione, oppure anche a fine pasto: è il modo giusto per darsi la carica.