Nel momento in cui si avvicina il periodo estivo è assolutamente normale che tra le donne scatti la rincorsa alla tintarella perfetta. Vedere la propria pelle che assume una colorazione più scura piace tantissimo al gentil sesso. Ecco che, allora, ci si impegna a prendere il sole stese sul lettino in spiaggia oppure, in maniera più rudimentale, nel giardino della propria abitazione.
Tuttavia, esagerare con l’abbronzatura può causare una serie di problemi, più o meno gravi e che possono presentarsi nel breve periodo oppure sorgere più avanti nel tempo. Perciò, è bene conoscere le indicazioni per poter prendere il sole senza alcun tipo di preoccupazione e sfoggiare finalmente una tintarella invidiabile ma, soprattutto, sana.
L’importanza della crema solare
Potrà sembrare scontato, ma il primo consiglio per prendere il sole in maniera salutare consiste nell’usare la crema solare. Lo sottolineiamo immediatamente dato che troppe persone si scordano oppure decidono di propria volontà di non utilizzare questo prodotto con tutte le conseguenze del caso per la salute e per l’estetica.
Sebbene l’intensità dei raggi UV, responsabili di molte delle problematiche per la pelle, sia più alta in estate, anche in inverno è assolutamente presente e, quindi, per proteggersi dai raggi ultravioletti è consigliabile una crema solare anche quando le temperature sono più basse.
Il consiglio per proteggere la cute dai raggi UV è di iniziare con una protezione abbastanza alta (50 o 30) per poi diminuire una volta che la pelle si è scurita leggermente. Ciò è ancora più vero se il fototipo a cui si appartiene, ossia la tonalità della propria pelle, tende parecchio al chiaro. Parlando di creme solari ad alta protezione, potete far affidamento su quella di Altrapelle, che si focalizza sul viso per metterlo a riparo dalla comparsa delle macchie solari.
Non si deve cadere, inoltre, nell’errore di smettere di usare la crema solare quando si è abbronzate perché i raggi ultravioletti sono in grado di provocare dei danni alla pelle, come nel caso in cui non ci si preoccupi di mantenere la pelle sana e splendente, anche se quest’ultima è abbronzata.
Per quel che riguarda, invece, l’applicazione vera e propria, è bene spalmare il prodotto sulle diverse parti del corpo immaginando di usarne due cucchiaini per area. Dunque, è bene dedicarsi al viso, al décolleté, alla schiena e alle gambe, utilizzando una giusta quantità di crema. Se non viene spalmata una quantità adeguata di crema, si finirà, irrimediabilmente, con lo scottarsi.
Non occorre massaggiare la crema solare fino a farla assorbire sulla cute, dal momento che non è una crema massaggiante. Sarà sufficiente, al contrario, applicarla sulle diverse aree del corpo e lasciarla agire grazie al proprio ruolo da schermo contro i raggi UV del sole. Nell’eventualità in cui ci si trovi al mare e si voglia fare un bagno, è opportuno applicare di nuovo la crema se si è stati in acqua per più di 30-40 minuti e, in generale, ogni 2 ore. Per proteggersi contro i danni dei raggi ultravioletti, in aggiunta, è bene asciugarsi dopo che ci si è bagnati poiché le goccioline che rimangono sulla pelle possono riflettere il sole e incrementare le probabilità di bruciarsi, anche se si è usata una crema solare.
Prendere il sole a piccole dosi
Durante le prime esposizioni solari, 20 minuti saranno più che sufficienti per osservare sul proprio corpo i primi accenni dell’abbronzatura. Superando questo “limite” di tempo, infatti, i melanociti diventeranno saturi e non riusciranno a produrre ulteriore melanina, che è la sostanza che dà colore alla pelle. Tuttavia, i minuti o le ore che le persone possono trascorrere sotto il sole possono variare in base a vari fattori come, ad esempio, il fototipo, l’età e l’orario in cui cerchiamo di abbronzarci.
In particolare, le donne che presentano una pelle molto chiara dovranno stare ancora più attente le prime volte in cui decidono di prendere il sole e non superare una certa soglia di esposizione. Altrimenti, stare sotto il sole per 1-2 ore potrebbe causare una bella scottatura o uno sfogo cutaneo. Da evidenziare come la scottatura, oltre a creare disagio nelle ore e nei giorni successivi, non permetterà di abbronzarsi in maniera omogenea.
Quando la pelle assumerà un colorito più scuro, si potrà aumentare l’esposizione al sole, ricordandosi sempre di applicare la crema solare, fare delle pause e non prendere il sole per più di 2-3 ore al giorno. Anche se la voglia di abbronzarsi in poco tempo è molta, è bene sottolineare che la tintarella guadagnata in diversi giorni tenderà a rimanere maggiormente intatta nel tempo.
Gli orari migliori per abbronzarsi
Fondamentalmente, ogni momento in cui c’è il sole è un buon momento per ottenere la tanto agognata tintarella. Tuttavia, specialmente in estate, ci sono degli orari proibitivi per prendere il sole. Allungarsi sul lettino tra le 12 e le 15, in piena estate, è una sorta di tortura per il corpo e va assolutamente evitato. Durante queste ore, infatti, le radiazioni solari sono più intense e il rischio di scottarsi o, peggio, di un colpo di sole è decisamente maggiore.
Tali indicazioni valgono per le donne adulte così come per gli uomini ma non per le altre categorie di persone. Ad esempio, i bambini dovrebbero stare sotto il sole alla mattina presto, dalle 7 fino al massimo alle 11, o al massimo nel tardo pomeriggio, dopo le 17. Questo perché i segni, visibili e non, delle scottature che si prendono da bambini poi rimangono per tutta la vita, con conseguenze anche gravi.
Gli anziani dovrebbero seguire bene o male le stesse indicazioni appena viste, dal momento che possono essere più soggetti a dei colpi di sole.
Il sole che abbronza di più
Senza ombra di dubbio, il sole che si prende in montagna è in grado di abbronzare molto di più rispetto a quello del mare o della città. Il perché è presto detto: a quote più alte, l’impatto delle radiazioni solari sarà maggiore e la neve, per di più, è capace di riflettere il sole fino a quattro volte il sole rispetto alla sabbia.
Quanto tempo ci vuole per abbronzarsi
Alla luce di queste considerazioni, possiamo affermare che il tempo necessario per abbronzarsi dipende principalmente dal colore della propria pelle. Coloro che presentano una tonalità piuttosto chiara, mostreranno un colorito tendente al rosso nei giorni successivi a quando si è preso il sole. Quindi, solo dopo un certo periodo si potrà osservare una buona abbronzatura.
Al contrario, le persone che per loro natura possiedono un colorito più scuro saranno avvantaggiate. Questo vuol dire che nelle ore seguenti a quelle in cui si è preso il sole è probabile che la pelle sia già un po’ più marrone.
Il ruolo dell’alimentazione per l’abbronzatura perfetta
Se l’obiettivo è quello di abbronzarsi bene, allora non è possibile trascurare i cibi che vengono mangiati. Sì, perché, il giusto apporto di vegetali e frutta, anche secca, è capace di rendere l’abbronzatura più luminosa e duratura dal momento che questi alimenti contengono delle sostanze che prevengono i danni alla pelle e che forniscono splendore alla cute.
Ad esempio, la frutta e la verdura di colore giallo e arancione contiene la vitamina A che è un prezioso alleato per la rigenerazione della pelle. La vitamina E, contenuta nell’avocado o in tutta la frutta con il guscio, aiuta a mantenere integre le membrane cellulari contro l’azione dei raggi UV e a prevenire l’insorgere di quelle antiestetiche macchie solari di color marrone. Per non parlare del licopene, contenuto nei pomodori, che contrasta l’azione dei radicali liberi o della vitamina C, ritrovabile nelle fragole, deputata a proteggere la pelle dall’azione dei raggi ultravioletti e a stabilizzare la produzione della melanina.
Per questo motivo, un’abbronzatura perfetta non deriva unicamente dalle indicazioni viste in precedenza, ma anche dall’alimentazione che viene seguita giornalmente.
Coprire sempre la testa
Sempre nell’ottica di salvaguardare la propria salute mentre si sta prendendo il sole, indossare un cappello, in grado di mettere al riparo la testa dai raggi UV, è una buona pratica. In questo modo, sarà scongiurato il pericolo dei colpi di sole, molto frequenti in spiaggia e tra le persone anziane.