In che modo la realtà virtuale e il metaverso cambieranno il turismo

Ci sono termini entrati ormai a far parte del nostro vocabolario quotidiano, che definiscono non soltanto i risultati che siamo riusciti a raggiungere in campo tecnologico e scientifico, ma anche ciò che ci aspetta nel futuro sempre più imminente e in che modo le vite di ognuno di noi potrebbero cambiare. Il progresso infatti, si sa, porta sempre con sé mutamenti radicali e coinvolge ogni aspetto della quotidianità; ancor di più se si tratta di innovazione digitale e della cosiddetta realtà virtuale. Negli ultimi tempi, si è sentito parlare spesso di metaverso, ad esempio, e dei suoi innumerevoli campi di applicazione, dalla moda all’intrattenimento, passando per il gaming; così come di realtà aumentata o di sviluppo tech applicato alla mobilità elettrica. Si sta davvero facendo tanto, insomma, affinché le esperienze vissute vengano arricchite da una percezione sensoriale superiore.

Uno dei settori particolarmente coinvolti da questa trasformazione è, senza ombra di dubbio, quello del turismo. Non parliamo soltanto di una maggiore implicazione del digitale nei processi che regolano la distribuzione e la fruizione dei prodotti e dei servizi legati a questo ambiente, ma ci riferiamo proprio al modo in cui sta cambiando la concezione stessa del turismo, con tutti i vantaggi e i benefici che si possono trarre da questa nuova visione. Cosa significa, in concreto, applicare la realtà virtuale o il metaverso al comparto turistico? In breve, vuol dire aumentare in modo esponenziale la capacità dell’essere umano di scoprire luoghi e accrescere conoscenze, talvolta senza neppure muoversi da casa. Immaginate i tour immersivi all’interno di musei, gallerie, luoghi d’interesse; oppure le visite virtuali in hotel che si sceglie di prenotare, per avere un quadro realistico del posto in cui si è deciso di soggiornare. Per non parlare di tutto quel meraviglioso capitale storico-artistico e archeologico che non può essere ammirato dal vivo per evitare danni, ma che potrebbe diventare davvero un patrimonio comune e fruibile in diverso modo. E poi i tour nelle strade, nei luoghi più importanti e simbolo di ogni città, stando seduti sul divano e indossando semplicemente un visore.

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E come abbiamo accennato all’inizio dell’articolo, il turismo non è l’unico settore che beneficia degli innumerevoli vantaggi offerti dall’innovazione tecnologica. A parlare per primo di metaverso, con un’eco mai ricevuta prima da nessun altro, è stato Mark Zuckerberg, che ha addirittura cambiato il nome della società da Facebook a Meta, evidenziando il chiaro intento sulla direzione presa dalla celebre azienda che gestisce social network, messaggistica, giochi online e tanto altro. È imminente, a proposito di gioco, anche il lancio di Quest Pro voluto da PokerStars, che consentirà appunto di divertirsi vivendo un’esperienza completamente immersiva, scegliendo tra una serie di varianti e potendo applicare in modo realistico e sofisticato tutti quei consigli sul poker e quelle strategie che ogni appassionato studia prima di affrontare partite e tornei. Ma di metaverso si parla da tempo anche nel mondo degli scacchi, nel settore dell’intrattenimento in genere, dal cinema ai videogame, e nel mondo della moda e dello shopping online.

Cambierà infatti radicalmente anche il modo in cui siamo abituati a fruire delle vendite su internet e protagonista, in questo senso, vuole essere proprio Mark Zuckerberg. Il rebranding della società non ha infatti interessato solo Facebook, ma ha rappresentato uno sviluppo e un’espansione generale dell’azienda, che vuole primeggiare e investire in tutti quei settori che possono essere coinvolti dal metaverso, per aumentare i propri introiti e la propria rilevanza a livello mondiale. I visori prodotti e venduti da Meta consentono di vivere un’esperienza immersiva che spazia dal tour virtuale alla possibilità vera e propria di fare shopping online, utilizzando un avatar personale e scegliendo i negozi presenti nel metaverso: pensate alla possibilità di entrare in un luogo e acquistare dei capi di abbigliamento, ad esempio, compiendo esattamente tutte quelle azioni che verrebbero messe in atto nella realtà. L’avatar misura i vestiti, li sceglie, va alla cassa e paga: il tutto senza uscire di casa. Un potenziale enorme, dunque, che sfruttato al meglio potrebbe cambiare radicalmente, in positivo, la vita di ognuno di noi.