Dalla lettura degli e-book al posto dei tradizionali libri stampati, passando per i social network, una buona percentuale di italiani si è fatta trovare al passo con i tempi. Le applicazioni di Facebook e Instagram sembrano essere passate in secondo piano da quando Tik Tok ha acquisito una popolarità sempre maggiore, con i più giovani che si dilettano nel creare video sia in casa che all’aperto. Negli ultimi anni si è venuta a delineare una vera e propria suddivisione dei social a seconda delle fasce d’età: gli utenti più giovani si rivolgono spesso a Tik Tok, mentre la generazione più avanti con l’età rimane fedele al tradizionale Facebook. Una via di mezzo tra i due schieramenti è invece costituita da Instagram, senza contare gli altri social in crescita come il più recente BeReal.
Una ricerca condotta di SOPRISM, società specializzata nella Digital Consumer Intelligence, per l’Osservatorio Italiano Esports, ha dimostrato come Twitch, la piattaforma di livestreaming, attiri sempre più persone. Ben il 77% di italiani, nella fascia d’età che va dai 18 ai 34 anni, ha assistito come pubblico ad almeno una diretta su un canale Twitch per quanto riguarda i videogiochi. Il gaming, tuttavia, non è solo seguire una live o crearne una. In questa categoria si annoverano sempre di più anche i giochi tipici dei casinò e quelli di carte. Le sale da gioco virtuali propongono in versione digitali molti dei giochi tipici a cui gli italiani si dedicano a casa con familiari e amici: le caratteristiche della roulette online ad esempio, ma anche quelle di scopa, scopone, tombola, sette e mezzo, poker o altri giochi di carte rispecchiano fedelmente quelle tradizionali.
Durante il lockdown del 2020 furono le piattaforme per guardare serie tv e film in streaming a tenere gli italiani con gli occhi puntati sui display degli smartphone e dei televisori e ancora oggi è così. Netflix, con i suoi 9,2 milioni di abbonati in Italia, si aggiudica il primo posto tra le piattaforme di streaming a pagamento, seguita da Prime Video con 7 milioni di utenti e da Disney+ con 3,5 milioni. Se si aggiungono anche le piattaforme gratuite, come YouTube, che contano 15 milioni di utenti, il totale dell’audience streaming in Italia raggiunge i 32,8 milioni.
Gli italiani si stanno riscoprendo un popolo sempre più connesso e digitale poco per volta: audiolibri, piattaforme per la musica, il gaming, gli sport, i film e le serie tv vedono un pubblico interessato sempre più grande ed eterogeneo. Sono in grande crescita gli abbonamenti a siti come Audible per quanto riguarda la fruizione di audiolibri e podcast, oppure Kindle Unlimited, sempre in riferimento alla lettura (tramite Kindle per l’appunto), capaci di garantire l’accesso a un catalogo molto ampio di libri. In relazione ai podcast, invece, Spotify è tra le aziende più attive nel settore e con ampi margini di crescita, puntando a un miliardo di utenti entro il 2030. La piattaforma consente il download o l’ascolto online di un catalogo quasi illimitato di musica: l’azienda svedese è arrivata a sfondare il tetto dei 188 milioni di abbonati premium nel mondo (vale a dire coloro che pagano per il servizio, il numero di utenti sale a oltre 400 milioni se invece si prende come riferimento il totale dei fruitori, cioè anche coloro che non pagano il servizio premium e accettano l’inserimento pubblicitario durante l’ascolto).
C’è però anche chi guarda all’universo del digitale con occhio più critico e con qualche remora in più. Un rapporto del 2020 realizzato dal Censis parla di 13,2 milioni di italiani con problemi di connessione e di 24 milioni con difficoltà di utilizzo. Si tratta, perlopiù, della popolazione più anziana e dei cittadini che vivono nelle cosiddette “zone bianche” dove non giunge alcun tipo di segnale.